Queste note sono qui raggruppate per verifcare nei prossimi mesi l'attendibilità di queste informazioni e pareri.
La provenienza : siti ufficiali e blog specifici.
La Protezione Civile trasformata in Società per Azioni. Non so se percepiamo quel che significa, ma è lo stesso meccanismo della TAV e delle grandi opere, cioè politici-manager che gestiscono soldi pubblici senza alcun controllo. E' un'ulteriore passo verso la privatizzazione della spesa pubblica, cioè del furto di risorse collettive a favore di gruppi finanziari e della casta. Il tutto nel silenzio quasi totale di opposizioni, sindacati,...
Il 17 dicembre è stato varato il decreto-legge che privatizza funzioni importantissime della Protezione Civile,accentrando nel Presidente del Consiglio dei ministri gli indirizzi strategici e i programmi, con una infinita' di attivita' che saranno svolte dalla ''Protezione Civile Spa che agisce con metodi privati e con soldi pubblici.Nelle intenzioni del governo è la volonta' di fare della Protezione Civile ''un soggetto di natura privatistica sia nel suo profilo istituzionale che nelle procedure relative ad appalti e acquisto di beni e servizi, assolutamente discrezionali e in deroga a tutte le regole. Un soggetto di cui si prevede addirittura che possa fare utili e il cui Cda verrebbe nominato interamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri''.
L'esatto contrario di cio' che servirebbe. La Protezione Civile e' materia troppo importante e delicata per essere affrontata con un decreto-legge, che rischia di essere approvato con la fiducia e sottratto alla discussione libera del parlamento.
Così in questi pochi mesi lo Stato ha cambiato forma e funzione: non più garante di servizi universali, ma attore in «giochi» economici. Una trasformazione in cui a perdere sono proprio le fasce deboli. Nella sua lettera d’auguri di fine anno ai dipendenti, Bertolaso parla di «una nuova società destinata a facilitare il nostro lavoro, una diversa struttura per la gestione dei grandi eventi». La Protezione Civile Spa servirebbe a questo: rendere le cose più facili.
Non una parola sui rapporti istituzionali con le amminitrazioni locali.
Il capo dipartimento parla di «una piccola flotta» di persone, che «al timone avrà gente nostra» (vuol dire competente e addestrata dall’esperienza della Protezione Civile). Ma francamente il senso
dell’affiancamento di una «flottiglia» alla «nave madre» non si comprende affatto. Il vero senso resta nascosto: la verità è che se finora lo Stato si faceva garante delle emergenze nazionali, attraverso
i canali istituzionali, d’ora in poi si creerà un centro di gare d’appalto che deciderà i lavori da effettuare e le aziende coinvolte.
Non sembra esattamente la stessa cosa. Business e stellette, invece, nella Difesa Spa. Al nuovo organismo, voluto da Ignazio La Russa e dal sottosegretario Guido Crosetto, si affidano le attività di «valorizzazione e gestione, fatta eccezione per quelle di alienazione, degli immobili militari ». Questa la vera partita, che fa gola ai vertici del ministero, chiamati a scegliere l’intero board della nuova società senza alcun filtro pubblico. La foglia di fico, propagandata soprattutto da Crosetto, sono i diritti sull’immagine dei simboli militari che d’ora in poi l’esercito potrà pretendere. Saremmo curiosi di sapere quanto pagherà Mediaset per una ipotetica fiction sui Carabinieri o sui paracadutisti.
L'emblema del Dipartimento della protezione civile e' costituito da tre moduli uniti, con angolo di rotazione di 120o, che formano un triangolo, con le punte arrotondate; i moduli sono, rispettivamente, di colore verde, bianco e rosso, con contorno di colore grigio, e sono inseriti in un ipotetico cerchio costituito dalla scritta "Protezione Civile Nazionale", di colore grigio.
Le dimensioni dell'emblema possono variare; devono pero' essere rispettate, fra le varie parti che lo compongono, le proporzioni e le modalita' indicate nel modello rappresentato nell'allegato del Dipartimento della protezione civile.
In sostanza, è scritto nel decreto, alla società sarà affidata «la gestione della flotta aerea e delle risorse tecnologiche, la progettazione, la scelta del contraente, la direzione dei lavori, la vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, l’acquisizione di forniture o servizi di competenza del Dipartimento, compresi quelli concernenti le situazioni di emergenza socio-economico-ambientale».
Perchè spaventa tanto una Protezione Civile spa? Intanto perchè, essendo gestita e governata dalla presidenza del consiglio, la multinazionale, non sarà di fatto un ente pubblico, ma un ente gestito da una sola parte del governo e quindi tutto quel che dovrebbe risultare trasparente e confrontabile dalle diversi parti politiche, come chiede una democrazia, viene a mancare, inoltre esiste già un ente simile, ed è il Cipe, organo di decisione politica in ambito economico e finanziario che svolge funzioni di coordinamento in materia di programmazione della politica economica da perseguire a livello nazionale, comunitario ed internazionale; esamina la situazione socio-economica generale ai fini dell'adozione di provvedimenti congiunturali; individua gli indirizzi e le azioni necessarie per il conseguimento degli obiettivi di politica economica; alloca le risorse finanziarie a programmi e progetti di sviluppo; approva le principali iniziative di investimento pubblico del Paese. Tutto quel che è svolto con i soldi pubblici dovrebbe possedere quei criteri e requisiti democratici e di trasparenza che invece mancano in quanto a decidere è solo una parte di governo, la maggioranza.
Protezione & Co.
Il mercato è tutto intorno a te
Scena
E' tarda notte. Nell'ampia sala c'è il sindaco di Roma e un paio di assessori. Il sindaco indossa un pigiama a righette, i due assessori hanno l'aria inebetita. Uno dei due, quello più giovane ha in mano una tazza di caffè.
Sindaco: "l'Aniene ha esondato! E anche il Tevere sta straripando, maledetta pioggia."
Assessore 1: "Che si fa, boss?"
Sindaco: "Serve la protezione civile! Bisogna evacuare le aree a rischio, subito."
Assessore 2: "La spa o una qualsiasi?"
Sindaco (disperato): "Non so, non so."
Assessore 1: "Serve fare un bando per la gara? bisogna sapere quanti cittadini bisogna spostare e per quanto tempo…"
Assessore 2: "No, si può mettere in piedi una procedura di emergenza: chiamata diretta."
Sindaco: "Va bene, intanto chiama, poi pensiamo a come risolvere."
Assessore 1 (telefona): "Ecco, boss… sta squillando."
Sindaco (ansioso): "che dice?"
Assessore 1: "Metto in viva voce."
Viva voce: "Se vuole organizzare un evento sportivo, prema il tasto uno. Se vuole organizzare una cena con il nostro presidente, prema il tasto due. Se ha un'emergenza immondizia, prema il tasto tre. Se ha un terremoto, prema il tasto quattro. Per parlare con un nostro operatore, prema il tasto nove."
Sindaco: "Cazzo, cazzo, cazzo… Non hanno previsto l'alluvione? Premi il tasto nove."
Assessore 1: "Fatto."
Viva voce: "Ha scelto di parlare con un nostro operatore. Al momento i nostri operatori sono impegnati. Attenda in linea, per non perdere la priorità acquisita."
Assessore 2: "Sindaco, il Tevere! Bisogna fare in fretta."
Sindaco: "Prendi un altro telefono e chiama un'altra società di protezione civile, intanto che aspettiamo."
Assessore 2: "Mio cugino che lavora a Bologna mi ha parlato bene della Cooperativa Salvagente."
Sindaco: "Chiama chi diavolo ti pare, basta che ti sbrighi!"
Assessore 1: "qui non succede nulla, boss."
Viva voce: " Al momento i nostri operatori sono impegnati. Attenda in linea, per non perdere la priorità acquisita."
Assessore 2 (telefona): "Sì, pronto? Parlo con la Cooperativa? E' un'emergenza. Sì, sì, lo so che è notte fonda. Chiami qualcuno, no?"
Sindaco: "Che succede?"
Assessore 2 (fa un cenno di aspettare): "Un momento, si ecco può ripetere? Bene, l'ho segnato. Grazie, arrivederci."
Sindaco: "insomma!"
Assessore 2: "Ho il numero di cellulare di un commerciale, adesso chiamo."
Sindaco: "Chiama con il telefonino di servizio, abbiamo un budget limitato per le linee fisse."
Assessore 1: "Ecco, succede qualcosa."
Viva Voce: "Buon giorno, Protezione Civile SPA, sono Dimitri."
Sindaco: "Dimitri? Hanno un call center in Russia?"
Assessore 1: "Buon giorno, chiamo da Roma. Abbiamo una situazione di emergenza, con il Tevere e l'Aniene."
Viva Voce: "Sì, mi dica, dove si trova esattamente?"
Assessore 1: "In che strade, intende?"
Viva Voce: "La città, dove si trova?"
Assessore 1: "Roma."
Viva Voce: "Sì, dove si trova?"
Assessore 1 (esasperato): "Lazio, Italia."
Viva Voce: "Bene, grazie. Ho qui la scheda. E' fortunato, posso prenderle un appuntamento con un incaricato commerciale per mercoledì pomeriggio. In che zona della città abita?"
Assessore 1: "Centro storico, ma oggi è sabato…"
Viva Voce: "Domenica."
Assessore 1: "Sì, la mezzanotte è passata, ma…"
Viva Voce: "Mi scusi, vedo che gran parte del nostro personale è impegnata altrimenti, può scegliere tra mercoledì e lunedì della settimana successiva."
Assessore 1: "Mercoledì, mercoledì, dannazione! Le lascio il numero e l'indirizzo."
Assessore 2: "Sindaco, ho parlato con un commerciale della Salvagente. Vogliono sapere quante tende devono mettere nel preventivo. Hanno disponibilità per duemila tende, ma solo nella zona di Rimini. Poi, vogliono sapere se il trasporto dei superstiti è a carico nostro oppure se vogliamo il servizio completo. Dicono che c'è l'offerta speciale del mese, con mille tende offrono un ospedaletto da campo in omaggio e trecento santini di Padre Pio a metà prezzo. Questo scherzo ci costerà seicento euro a tenda al giorno, senza contare i servizi accessori."
Sindaco: "Chiederemo lo stato di calamità naturale."
Assessore 2: "Sì, ma intanto dovremo pagare dieci giorni anticipati. Quante tende?"
Sindaco: "Che cazzo ne so? Non possiamo evacuare le prime mille famiglie intanto?"
Assessore 2: "Ah, beh… Non so come dirglielo, boss. Per l'evacuazione sono disponibili a metà dicembre."
Sindaco: "Metà dicembre? Ma siamo all'inizio di novembre!"
Assessore 2: "Non sarà facile fare prima, mi dicono che con l'emergenza rifiuti a Napoli, il terremoto di Messina e l'alluvione del Po, tutte le agenzie private di protezione civile sono piene di lavoro."
Sindaco: "Ma vaffanculo a loro e alle emergenze rifiuti. Chiamiamo un'azienda francese o tedesca!"
Assessore 2: "Non ci sono, laggiù le emergenze sono gestite dallo stato."
Sindaco: "Maledetti comunisti! Va bene, facciamo così. Non c'è emergenza, dite ai cittadini di stare tranquilli, e semmai di comprare qualche canotto."
Il governo non si smentisce mai...ed ecco la prossima grande privatizzazione che si abbatterà sulle nostre teste: Quella della Protezione Civile che secondo il decreto-legge del 30 dicembre diventerà una S.p.A. a capitale pubblico e oltre che di Previsione, Prevenzione e Gestione delle emergenze si occuperà anche dei Grandi Eventi che a mio avviso fanno il paio con le Grandi Opere. Nelle intenzioni del governo c’è la volonta' di fare della Protezione Civile ''un soggetto di natura privatistica sia nel suo profilo istituzionale che nelle procedure relative ad appalti e acquisto di beni e servizi, assolutamente discrezionali e in deroga a tutte le regole. Un soggetto di cui si prevede addirittura che possa fare utili e il cui Cda verrebbe nominato interamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri''.
Ci sono solamente due mesi (forse anche uno) di tempo per correre ai ripari e impedire la privatizzazione delle emergenze;
per impedire che la Protezione Civile assuma definitivamente il controllo gestionale di tutte quelle aree italiane in cui si verifica un'emergenza (dalla catastrofe naturale al cantiere delle grandi opere).
Il decreto legge del 30 dicembre 2009 stabilisce la costutizione della Protezione Civile Servizi SpA.
Si afferma che ciò viene fatto per "garantire un risparmio di tempi e risorse negli interventi del Dipartimento".
In verità, questo risulta essere uno dei tanti fenomeni di privatizzazione all'italiana.
Si costituisce una SpA a capitale interamente pubblico che di fatto può agire da general contractor: si privatizza, così, la gestione delle emergenze (e, contestualmente, quella dei grandi eventi).
La Società, posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ne diventa unico azionista e ne nomina il Consiglio d'Amministrazine, svolgerà, fra l'altro:
- gestione della flotta aerea
- gestione delle risorse tecnologiche
- direzione dei lavori
- vigilanza di interventi strutturali e infrastrutturali
- compiti non meglio specificati in tema di emergenza socio-economico-ambientale
- compiti non meglio specializzati in tema di grandi eventi
La Protezione Civile Servizi SpA può:
- assumere partecipazioni
- detenere immobili
- esercitare ogni attività strumentale
- avere utili
La creazione di questa struttura è evidentemente contraria alle più banali norme di convivenza democratica di un Paese.
Ecco perché è necessario dire no alla Protezione Civile Servizi SpA.
Riporto l'Articolo 16 dove si parla di Protezione civile servizi s.p.a.
DECRETO-LEGGE 30 dicembre 2009, n. 195
Disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione campania, per l'avvio della fase post emergenziale nel territorio della regione Abruzzo ed altre disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed alla protezione civile
testo in vigore dal: 30-12-2009
Art. 16
Attivita' di supporto strumentale al Dipartimento della protezione civile
1. Al fine di garantire economicita' e tempestivita' agli interventi del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per lo svolgimento delle funzioni strumentali del medesimo Dipartimento e' costituita una societa' per azioni d'interesse nazionale denominata: «Protezione civile servizi s.p.a.», con sede in Roma.
2. Il capitale sociale iniziale della Societa' e' stabilito in un milione di euro ed i successivi eventuali aumenti del capitale sono determinati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Le azioni della Societa' sono interamente sottoscritte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che esercita i diritti dell'azionista e non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi.
3. La Societa', che e' posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della protezione civile ed opera secondo gli indirizzi strategici ed i programmi stabiliti dal Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Capo del Dipartimento nazionale della protezione civile, ha ad oggetto lo svolgimento delle funzioni strumentali per il medesimo Dipartimento, ivi compresa la gestione della flotta aerea e delle risorse tecnologiche, e ferme restando le competenze del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la progettazione, la scelta del contraente, la direzione lavori, la vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, nonche' l'acquisizione di forniture o servizi rientranti negli ambiti di competenza del Dipartimento della protezione civile, ivi compresi quelli concernenti le situazioni di emergenza socio-economico-ambientale dichiarate ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, quelli relativi ai grandi eventi di cui all'articolo 5-bis del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401. I rapporti tra il Dipartimento della protezione civile e la Societa' sono regolati da un apposito contratto di servizio.
4. Per assicurare la permanenza di adeguati livelli di ordinata gestione e piena funzionalita' della flotta aerea del Dipartimento della protezione civile nel quadro delle attivita' di contrasto degli incendi boschivi, a decorrere dal trentesimo giorno dalla data di entrata in vigore del presente decreto, e' autorizzato il subentro della Societa' di cui al comma 1 nel servizio di gestione degli aeromobili antincendio del Dipartimento della protezione civile, con conseguente risoluzione del contratto in corso.
5. La Societa' puo' assumere partecipazioni, detenere immobili ed esercitare ogni attivita' strumentale, connessa o accessoria ai suoi compiti istituzionali, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria in materia di affidamento a societa' a capitale interamente pubblico. La Societa' e' tenuta ad avvalersi dell'Avvocatura dello Stato per la rappresentanza e la difesa in giudizio ai sensi del regio decreto 30 ottobre 1933, n. 1611, e successive modificazioni, e puo' avvalersi dell'ausilio tecnico dei Provveditorati interregionali alle opere pubbliche.
6. Lo statuto, predisposto dal Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, disciplina il funzionamento interno della Societa' ed e' approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Con lo stesso decreto sono nominati i componenti del Consiglio di Amministrazione e del collegio sindacale per il primo periodo di durata in carica. E' consentita la delega dei poteri dell'organo amministrativo ad uno o piu' dei suoi membri.
7. Ai fini di cui al comma 5, lo statuto prevede:
a) la proprieta' esclusiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del capitale sociale ed il divieto esplicito di cedere le azioni o di costituire su di esse diritti a favore di terzi;
b) la nomina da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Capo del Dipartimento della protezione civile, dell'intero Consiglio di amministrazione;
c) le modalita' per l'esercizio del controllo analogo sulla Societa';
d) le modalita' per l'esercizio dei poteri di indirizzo e controllo sulla politica aziendale;
e) l'obbligo dell'esercizio dell'attivita' societaria in maniera prevalente in favore del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
f) il divieto di chiedere la quotazione in borsa o al mercato ristretto.
8. Gli utili netti della Societa' sono destinati a riserva, se non altrimenti determinato dall'organo amministrativo della societa' previa autorizzazione del soggetto vigilante. La Societa' non puo' sciogliersi se non per legge.
9. La pubblicazione del decreto di cui al comma 6 nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, tiene luogo degli adempimenti in materia di costituzione delle societa' previsti dalla normativa vigente.
10. Il rapporto di lavoro dei dipendenti della Societa' e' disciplinato dalle norme di diritto privato e dalla contrattazione collettiva. Con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di natura non regolamentare sono definite le modalita', termini e le condizioni per l'utilizzazione di personale preposto allo svolgimento delle funzioni strumentali di cui al comma 3 ed in servizio presso il Dipartimento della protezione civile, che, mantenendo lo stesso livello di inquadramento, su base volontaria e senza pregiudizio economico e di carriera, puo' essere trasferito alla Societa'.
11. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo, quantificati in euro un milione, si provvede mediante utilizzo delle disponibilita' relative all'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1 della legge 24 febbraio 1992, n. 225.
12. La Societa' e' sottoposta al controllo successivo sulla gestione da parte della Corte dei conti ai sensi della legge 14
Protezione civile Super Spa - di Fabrizio Gatti
La struttura di Bertolaso si trasforma in società per azioni. Così sui contratti per gli eventi ci saranno ancora meno controlli. Mentre il dossier choc sul rischio catastrofi viene ignorato
Aiuto, qualcuno protegga i nostri soldi da Guido Bertolaso. Ora che la Protezione civile diventa una società per azioni nessuno potrà più chiedere conto al governo su appalti ed eventuali spese allegre. Pochi giorni fa, il 17 dicembre, Gianni Letta ha fatto approvare al Consiglio dei ministri il decreto studiato e voluto dal Guido più amato dagli italiani, e da Silvio Berlusconi, in cambio del ritiro delle sue annunciate dimissioni. Un'altra mossa che toglie di mezzo il Parlamento. Il passaggio chiave è scritto in poche parole: «Il rapporto di lavoro dei dipendenti della società è disciplinato dalle norme di diritto privato». Scende così un ulteriore velo di riservatezza su forniture, contratti, progetti per centinaiae centinaia di milioni di euro all'anno, e su assunzioni e consulenze, che non dovranno più passare sotto la lente della trasparenza pubblica. Una scorciatoia che unita alle ordinanze di urgenza e ai poteri di emergenza di cui gode la Protezione civile, trasformerà Bertolaso, 60 anni il 20 marzo prossimo, in un vicerè dalle mani d'oro a completo servizio del presidente del Consiglio di turno. Come già succede ora, ma con meno obblighi da rispettare.
LEGGI: IL DOSSIER CHOC
La questione non riguarda soltanto la rapidità di intervento dopo terremoti, frane o alluvioni. Prendete il tentativo di Berlusconi, per adesso soltanto rinviato, di scippare il Tfr agli italiani, la liquidazione di milioni di lavoratori dipendenti. Quei soldi il governo li voleva trasferire al fondo Grandi eventi di Palazzo Chigi. Cioè la cassaforte affidata in questi anni proprio a Bertolaso per organizzare summit, party esclusivi, adunate religiose, gare sportive attraverso procedure d'urgenza e poteri straordinari. Da quando nel 2001 diventa capo e indossa la famosa maglietta blu, fior di ingegneri e tecnici vengono dirottati a occuparsi di serate di gala, piscine e trampolini (Roma, mondiali di nuoto 2009), alberghi, aiuole e parcheggi (La Maddalena e L'Aquila, vertice G8 2009), asfaltatura di strade e rotonde (Varese, mondiali di ciclismo 2008). Risorse e professionalità che così non possono essere dedicate a tempo pieno ai veri pericoli naturali che minacciano l'Italia. Negli armadi della Protezione civile in via Ulpiano e in via Vitorchiano a Roma vengono infatti tenute segrete previsioni da paura.
Sono le «Proiezioni rischio sismico XXI secolo »: in base a quanto è avvenuto negli ultimi 200 anni, è scritto nel rapporto riservato, nei prossimi 90 anni in Italia bisogna aspettarsi tra i 50 mila e i 200 mila morti e feriti per terremoti, con danni tra i 100 e i 200 miliardi di euro.
È fine novembre quando a Palazzo Chigi si studia come inserire nella legge finanziaria il prelievo del Tfr da destinare ai grandi eventi. Proprio in quei giorni a Rivoli, vicino a Torino, si ricorda il primo anniversario dalla morte di Vito Scafidi, 17 anni, lo studente del liceo scientifico Darwin ucciso dal crollo del soffitto della classe, collassato senza nemmeno la spintarella di una scossa sismica. I miliardi del trattamento di fine rapporto potrebbero servire a rendere più sicuri scuole e ospedali. Ma nel governo pensano a tutt'altro. Il primo dei grandi eventi che potrebbe entrare nel calendario della nuova Protezione civile spa è l'Expo 2015 a Milano: dove i ritardi, ormai sospetti, nella progettazione stanno creando le condizioni per la solita ordinanza d'urgenza. Oppure la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020: con la possibilità di usare le procedure in deroga sugli appalti come grimaldello per scardinare il piano regolatore e, sul modello dei Mondiali di nuoto, costruire centri sportivi e villaggi residenziali nella campagna intorno alla capitale. Altri contratti potrebbero arrivare con il trasferimento del gran premio di Formula 1 a Roma, oltre agli interventi collaterali che accompagneranno le grandi opere considerate strategiche per il futuro, come il ponte sullo Stretto o le centrali nucleari. Bertolaso ha trasformato la Protezione civile in una macchina per creare consenso. Anche tra gli imprenditori. Basta leggere i bilanci della società privata che dal 2001 in poi ha vinto tutti i principali appalti per l'organizzazione finale dei grandi eventi. È una srl con appena 35 mila euro di capitale. Si chiama Gruppo Triumph e ha sede a Monte Mario a Roma.
di Laura Bellucci, Ilenia Cerri, Federica Florio
L’era Bertolaso inizia il 7 settembre 2001. Quel giorno il secondo governo Berlusconi, in carica da pochi mesi, trasforma la Protezione Civile in un dipartimento della Presidenza del Consiglio, e ne nomina l’attuale dirigente, Guido Bertolaso.
Quella che fino ad allora era stata un’agenzia indipendente, che comprendeva i Vigili del fuoco e il Servizio sismico nazionale e si era occupata di emergenze territoriali, come terremoti e inondazioni, diventa -per effetto del decreto legge numero 343 del 2001- un organo il cui potere di ordinanza si estende anche ai cosiddetti “grandi eventi”.
Tradotto, questo vuol dire che la Protezione Civile da quel giorno si occupa anche di vertici internazionali, raduni religiosi e gare sportive, come il G8 2009 in Italia o i Mondiali di nuoto di Roma. E se aumenta il numero degli eventi di cui occuparsi, si moltiplicano le emissioni di denaro pubblico a favore della Prot ezione Civile e le gare d’appalto indette dalla stessa.
A far sì che poi tutto funzioni subito e al meglio c’è lui, Guido Bertolaso, il factotum di palazzo Chigi. Quando si presenta un’“emergenza” o un “grande evento” (come l’esposizione delle spoglie di S.Giuseppe da Copertino, noto santo pugliese), interviene il commissario delegato Guido Bertolaso: con una firma affida poteri straordinari al sindaco, che ha carta bianca e decide cosa e come fare.
A Varese, per esempio, in occasione di un altro “grande evento”, i Mondiali di ciclismo 2008, è bastata l’ordinanza n. 3565, varata dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 16 febbraio 2007, per stanziare sette milioni di euro per la nuova tangenziale fra la Ss 342 “Briantea” e la Ss 233 “Varesina”, con interconnessione alla Ss 344 di “Porto Ceresio”. Scavalcati sindaci ed enti locali. In una parola, i processi democratici.
Il meccanismo emergenza-Bertolaso-firma-appalto sembra poter funzionare anche per l'ultimo progetto del governo Berlusconi: il ritorno al nucleare.
Per dare avvio alla nuova corsa all’atomo di Palazzo Chigi, Terna spa, la società che gestisce la elettrica, per il 29,9% di proprietà statale, ha stanziato investimenti per 3,4 miliardi di euro, fino al 2013. Ma i lavori procedono a rilento, a causa di quei “freni autorizzativi”, come spiega la stessa Terna, posti soprattutto dagli enti locali.
La soluzione, veloce quanto antidemocratica, risiederebbe nelle mani di Bertolaso: il commissario straordinario sarebbe in grado di rendere tutto “più facile”, bypassando con una firma consigli comunali e comitati di cittadini. Infatti il decreto legge “anticrisi”, varato dal Consiglio dei Ministri il 26 giugno 2009, aggiunge ai compiti della Protezione Ci vile anche “la gestione di interventi sulla trasmissione e distribuzione dell’energia”: è sufficiente la nomina di un “commissario delegato” per poter utilizzare “mezzi e poteri straordinari in deroga alle competenze delle altre amministrazioni locali”.
La Protezione Civile, quindi, non è solo un organo di prevenzione, ma uno strumento nelle mani dell’esecutivo. Uno strumento libero da qualsiasi controllo. Soprattutto finanziario. Non solo la Corte Costituzionale non può intervenire sulle ordinanze emesse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma la Corte dei Conti non può monitorare l’ammontare e l’utilizzo degli stanziamenti che ne conseguono.
Le cifre che sfuggono al controllo non sono irrilevanti. Tra il 3 dicembre del 2001 e il 30 gennaio del 2006 sono state emesse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri 330 ordinanze: esaminando un campione di 75 di que ste, sappiamo che hanno richiesto l’utilizzo di 1.486.675.921,73 euro. In base a questo dato statistico è possibile stimare che in otto anni e mezzo, dal 2001 al 2009, le 537 ordinanze emesse abbiano richiesto ben 10.6 miliardi di euro: una cifra esorbitante, su cui la Corte dei Conti non ha alcun controllo.
Il bilancio 2009 della Protezione Civile ammonta a 1.486.574.961 euro. 9.135.000 euro serviranno per pagare personale interno e distaccato, ma anche i gettoni di presenza e gli stipendi e gli assegni del personale “privato”, assunto con le numerose ordinanze per gestire i “grandi eventi”.
158 milioni sono invece destinati all’“acquisto, manutenzione, riparazione, leasing, noleggio ed esercizio dei mezzi aerei”, ovvero i Canadair antincendio, che sono stati appaltati alla Sorem, una società fondata nel 1959 ed acquisita nel 1992 dall’attuale proprietario, l’ing. Gius eppe Spadaccini.
La voce più consistente del bilancio della protezione civile consiste in 1,1 miliardi di euro per l’ammortamento dei mutui contratti dalle Regioni, che si sono indebitate per far fronte alle calamità, ma anche per mettere in moto la macchina dei “grandi eventi”.
Poco o nulla, invece, sotto la voce “previsione e prevenzione”: gli stanziamenti sono passati da 157.123.000 di euro nel 2008 a 98.744.961 di euro nel 2009. E le riduzioni di budget continueranno di anno in anno, fino ad arrivare a soli 50 milioni nel 2011. Tutto quello che non finirà nelle casse della Protezione Civile verrà usato per ripianare i debiti che le regioni hanno contratto per fronteggiare evenienze di vario tipo: dalla ristrutturazione delle città colpite dalle calamità all’organizzazione di grandi eventi, come manifestazioni sportive o raduni religiosi. In questo modo i fondi regionali di p rotezione civile sono stati azzerati. Per fortuna, a rimpinguare le casse della protezione civile, ci pensano ogni anno le donazioni che i privati cittadini fanno sui conti correnti dell’ente, che poi li suddivide tra le Regioni, in base alla necessità.
D'altronde, è molto meglio curare che prevenire. La prevenzione, del resto, non procura nuovi appalti.
Come funziona la Protezione Civile
La Protezione Civile è coordinata direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ne fanno parte le Regioni, le Province, i Comuni ma anche i cittadini e i gruppi associati di volontariato: i Vigili del Fuoco, i gruppi cinofili, gli speleologi e il Soccorso Alpino in caso di emergenza infatti si uniscono ai membri della Protezione Civile. Le organizzazioni di volontariato iscritte nell’elenco nazionale della Protezione Civile sono circa 2.500, per un totale di 1.300.000 volontari.
Tra i compiti, al primo posto ci sono le attività di previsione e prevenzione. La prima consiste nel raccogliere e rielaborare i dati che arrivano ogni giorno dai centri nazionali di ricerca scientifica, per capire quali rischi corre ciascuna zona. L’attività di prevenzione, invece, si occupa di segnalare alle autorità competenti gli interventi utili per ridurre la soglia di ta li rischi, e la probabilità che si verifichino eventi disastrosi.
Per rendere l’intervento più mirato e aderente alle specifiche necessità del territorio, si è dato avvio ad una riforma, che introduce una struttura a più livelli, secondo il “Metodo Augustus”, per dare maggiore competenza agli enti locali. Questo metodo prevede che in caso di emergenza locale (di tipo A) il primo responsabile sia il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), presieduto dal Sindaco, che utilizza i mezzi a sua disposizione per poter risolvere l’emergenza. Nel caso in cui le risorse non siano sufficienti o il Comune non sia dotato direttamente di una sede della Protezione Civile, la responsabilità passa dal Sindaco al Prefetto e la gestione si sposta a livello provinciale: intervengono il C.C.S. (Centro di Coordinamento Soccorsi) e i C.O.M. (Centri Operativi Misti) più vicini al luogo dell’emergenza.
Quando l&rs quo;emergenza cresce e coinvolge zone più vaste, interviene il C.O.R. (Centro Operativo Regionale), oppure, in caso di grandi calamità, le decisioni vengono prese direttamente a livello nazionale dalla Di.Com.C. (Direzione di Comando e Controllo).
L’attività di prevenzione è uniforme su tutto il territorio e segue le direttive delle leggi nazionali, ma l’ammontare dei fondi a disposizione cambia di regione in regione: ogni consiglio regionale infatti gestisce autonomamente un proprio fondo per la Protezione Civile. La Regione Toscana, per esempio, ha messo a disposizione 2,5 milioni di euro: 2 milioni per le emergenze ed i restanti per potenziare i servizi del sistema. Anche la Regione Piemonte in caso di bisogno, oltre a fornire i mezzi materiali, può erogare contributi extra agli enti locali.
La Protezione Civile e il terremoto d'Abruzzo La ricostruzione dopo il terremoto del 6 aprile è “cosa” della Protezione Civile, che il 3 giugno 2009 ha assegnato l’appalto per la costruzione di 150 edifici. Per il progetto verranno usati fondi della Protezione Civile, per circa 500 milioni di euro.
Al bando hanno partecipato 44 ditte edili di tutt'Italia: la scelta delle aziende vincitrici è avvenuta in base al miglior rapporto qualità-prezzo per il numero di lotti che l'azienda si offriva di costruire.
Ad avere la parte più corposa degli appalti è stata l' Associazione Temporanea d'imprese Maltauro-Taddei Spa, nata dall’unione di due ditte: la Maltauro, di Vicenza, e la Taddei, fondata a Poggio Picenze (in provincia dell' Aquila).
La prima, di proprietà di Giuseppe Maltauro, comprende società finanziarie ed industriali ed oggi è tra le prime trenta i mprese generali di costruzione di maggior rilievo per fatturato, numero di operai e portafoglio ordini, che arrivano dall’Italia e dall’estero.
L'altra società appartiene al Gruppo Edimo, ed in soli tre anni di attività ha già raggiunto 40 milioni di commesse all' anno. La Taddei (più di 400 operai) può vantare numerosi lavori prestigiosi. Oltre ad aver preso parte alla costruzione degli edifici che avrebbero ospitato le Olimpiadi invernali Torino2006, e quella dello stabilimento della Thyssen Krupp a Terni, il suo business principale è stato quello degli aeroporti. Si è aggiudicata infatti l’appalto per l’ampliamento di Linate, Fiumicino e ha vinto la gara per Malpensa, superando le offerte migliori, ritenute “sospette” dalla Sea, la ditta che aveva effettuato il bando. Recentemente ha inoltre ottenuto l’appalto per l'ampliamento dell'aeroporto di Bergamo, il cui valore s upera i 15 milioni di euro.
Inoltre ha seguito in questi anni molti altri lavori anche nel Sud Italia.
A L’Aquila, l’associazione Maltauro-Taddei si è aggiudicata la gara con un'offerta del 5,32% in ribasso: insieme le due società sono riuscite a fare l’offerta più bassa, che ha consentito di guadagnare circa 50 milioni di euro.
Oltre alla Taddei, un’altra ditta abruzzese, la Di Marco Srl Corsoli, si è aggiudicata gli appalti per la costruzione delle piattaforme di cemento di Bazzano (dove sorgerà uno dei nuovi quartieri di casette antisismiche). Il titolare ha vinto il 6,5% della gara d'appalto: una percentuale che frutterà 128 mila euro. Una fetta modesta, rispetto a quella della Maltauro- Taddei, ma che ha suscitato grandi polemiche fra gli Aquilani.
Di Marco, infatti, è stato socio di tre fra gli indagati del caso “Alba d'Oro”: Nino Zanchetti (già assess ore comunale ai Lavori pubblici del Comune di Tagliacozzo) e i fratelli Achille e Augusto Ricci. I tre sono stati accusati di riciclaggio di denaro proveniente dalle casse del boss Vito Ciancimino e sono tutt'ora sotto processo.
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